A partire dalla seconda metà dell'800, i contatti tra Europa ed Africa (così come quelli con l'Asia) si intensificano grazie alle politiche colonialiste dei Paesi maggiormente sviluppati e ciò determina importanti ricadute sull'arte del nostro continente.
La diffusione di stampe ed oggetti d'uso provenienti dall'Asia sviluppa negli artisti una particolare attenzione alle forme espressive giapponesi, detta "nipponismo" o "giapponismo". Ne vediamo esempi nei quadri di Manet, Monet, Van Gogh, Gauguin per citarne solo alcuni (per approfondire, scarica il file sull'arte giapponese). Essi si ispirano alla bidimensionalità delle stampe giapponesi, rinunciando alla tradizionale impostazione prospettica della nostra arte, e traggono dal repertorio nipponico ampia ispirazione anche per quanto riguarda colori, soggetti, decorazioni.
Due esempi:
Monet ritrae la moglie Camille con un costume tradizionale giapponese.
Van Gogh ritrae l'amico Pere Tanguy su un fondale fatto di stampe giapponesi.
Sono soprattutto le maschere e le sculture provenienti dal continente nero a colpire gli artisti europei per la loro immediatezza espressiva e la loro sintesi potremmo dire geometrica, così lontana dai canoni di bellezza tradizionali incarnati dall'arte rinascimentale e poi adottati sin quasi ai giorni nostri.
(per approfondire, scarica il file sull'arte africana)
Eccole rielaborate da Picasso, agli esordi del cubismo:
da Modigliani, celebre quanto sfortunato ritrattista dallo stile inconfondibile
di cui riporto alcune immagini che mi sembrano più significative in relazione alla loro riproducibilità grafica.
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