domenica 24 settembre 2017

Le ricette antiche per i colori..

..ovvero, dove li prendevano i colori i pittori "di una volta", prof?
 Me lo sento chiedere spesso dai ragazzi che giustamente, abituati a vivere in un mondo fatto di oggetti ready to use, ready to eat, ready to wear, non sanno immaginare in quale ipermercato potessero andare a far spesa Giotto, Michelangelo o Caravaggio per procurarsi il materiale con cui lavorare e si stupiscono del fatto che ogni minima cosa andasse preparata con le proprie mani, facendo ricorso a materie prime di origine spesso poverissima...
Ho cercato allora in rete qualche risorsa utile a saziare la curiosità e ne ho trovate delle belle..!
Sapevate che nel 1864 un chimico francese di nome Eugene Chevreul catalogò le tinte antiche, contando 14.400 diversi colori (!!!!!) tutti ottenuti a partire da sostanze naturali? 😳

Leggete qui, l'argomento è davvero interessante..
http://zebrart.it/materiali-dellaffresco-calce-pigmenti-nellarte-giotto/

E poi... https://gracelaborarte.blogspot.it/p/simbologia-colori-e-pigmenti.html

Ancora curiosi? Sapete che moltissimi artisti hanno adoperato "liquidi corporei"di vario genere per confezionare i propri colori? Leggete qui: http://www.stilearte.it/se-il-corpo-e-un-tubetto-di-colore/

E se poi la vostra penna avesse finito l'inchiostro, ecco una ricetta per prepararlo.. ;-)

Si prendano un boccale di vino bianco, quattro once di galla macinata, una manciata di scorze di melegrane secche, una manciata di scorze di ornello fresco, rasato con il coltello, e una manciata di scorze di radiche di noce fresche. Poi vi si uniscano due once e mezzo di gomma arabica e si metta il tutto al sole per sei od otto giorni mescolando spesso. In seguito è necessario aggiungere due once e mezzo di vetriolo romano e mettere a bollire per lo spazio di un miserere. Poi, una volta freddo, si deve colare il composto e metterlo due giorni al sole, aggiungendovi allume di rocca”.

(la ricetta è tratta da  un manuale dedicato alla produzione dei colori antichi che fu realizzato nel 1887 da Olindo Guerrini e Corrado Ricci, riproponendo un codice del XV secolo, conservato alla Biblioteca dell’Università di Bologna.)



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